La Asl nelle scuole: i disturbi del comportamento alimentare
Ha preso il via ieri mattina nel IV Circolo Didattico di Olbia il progetto per contrastare il problema giovanile.
Olbia, 30 novembre 2022 – Coinvolgere gli insegnanti e le famiglie, spingerli a osservare attentamente le abitudini dei giovani per riconoscere dal principio i disturbi del comportamento alimentare dettati da un’eccessiva, e spesso ossessiva, ricerca della perdita di peso. È il principale obiettivo del progetto presentato ieri a una rappresentanza dei docenti riuniti nell’Aula Magna del IV Circolo Didattico di Olbia, in via Vignola, e promosso grazie a una collaborazione interdisciplinare tra gli operatori sanitari della Asl della Gallura.
«Le statistiche ci dicono che i numeri in Gallura sono allineati a quelli nazionali – ha sottolineato il Direttore Sanitario, Raffaele De Fazio – ed è perciò necessario mostrare la massima attenzione verso un problema che coinvolge prevalentemente adolescenti di sesso femminile, ma anche le bambine. La collaborazione tra Asl e mondo della scuola è un tassello fondamentale della prevenzione. Per questo abbiamo deciso di avviare un programma d’incontri che coinvolga tutta la Gallura, per lavorare insieme e individuare i “campanelli d’allarme” evitando che nei nostri giovani insorgano tutte le gravi complicazioni dettate dai disturbi del comportamento alimentare».
Tra i segnali d’allarme ci sono la ricerca di identificazione con i modelli estetici proposti dai social network, la pubblicazione di foto che documentano i cambiamenti del corpo, la ricerca di foto dei pasti consumati. Su internet nascono anche delle vere e proprie “challenge” tra utenti per ridurre l’assunzione di cibo. Ma possono essere determinanti anche episodi di violenze psicologiche o fisiche, cyberbullismo, abusi, abbandoni, difficoltà ad essere accettati dalla famiglia o dalla società.
«Il progetto nasce dalla collaborazione tra sanitari che operano nei diversi ambiti della Asl – ha spiegato il Medico Nutrizionista, Ilario Carta – e che hanno percepito la necessità di unire le competenze per affrontare questo problema. Riteniamo che un grosso aiuto possa arrivare dalla sinergia e dal confronto tra due pilastri della società, quello sanitario e quello educativo rappresentato proprio dalla scuola. Dobbiamo cercare di cogliere insieme quei segnali che ci permettono di intervenire prima che disturbi come l’anoressia, la bulimia nervosa o l’obesità prendano il sopravvento creando conseguenze molto gravi ai nostri giovani. L’insegnante è la persona che spesso nota per prima anomalie dei ragazzi nell’interazione con il cibo e con i coetanei. Ha un punto di osservazione privilegiato e può diventare un nostro alleato. Per questo è indispensabile che venga formato e che sappia a quali specialisti esterni rivolgersi nel caso in cui si trovi di fronte un giovane con questi problemi. Noi che facciamo parte di questa equipe multidisciplinare abbiamo un auspicio: l’individuazione di un unico luogo in cui tutte le nostre competenze possano essere condivise tempestivamente e messe a disposizione dei pazienti che soffrono di questi disturbi».
All’incontro erano presenti diversi operatori sanitari impegnati nel percorso di accoglienza, assistenza psicologica e cura dei disturbi del comportamento alimentare: il Direttore della S.C. di Diabetologia, Giancarlo Tonolo, la Psichiatra Emanuela Angioni, la Terapista della Riabilitazione Psichiatrica del Centro di Salute Mentale, Laura Fusi, l’educatrice professionale del CSM, Sara Bernardini, la Psichiatra Luisa Budroni e le infermiere del Servizio di Nutrizione Clinica, Maura Serena Ledda e Giuliana Giorgi.
Ultima modifica
30 Novembre, 2022